Formazione

Silvio Boselli

Una scuola di pensiero

L’educazione va vista come promozione globale che considera la molteplicità dell’intelligenza. In una educazione personalizzata devono trovare spazio adeguato le tecniche corrispondenti alle tipologie di “intelligenze multiple”: logico-matematica, linguistica, spaziale, musicale, cinestesica o procedurale, interpersonale, intrapersonale.

“È meglio una testa ben fatta che una testa ben piena” intendendo che “la testa ben fatta” di Morin vada al di là del sapere parcellizzato e quindi delle singole discipline, dividendo il sapere umanistico da quello scientifico. L’apertura ad una nuova conoscenza di tipo globale inoltre privilegia la interconnessione dei saperi per superare la loro frammentazione.

L’Associazione Il Cerchio di Gesso sposando questa scuola di pensiero, offre formazione specifica teorica e pratica ad educatori impegnati nella scuola e nel sociale, nel rapporto con la salute e la sofferenza, così come su tematiche di genitorialità consapevole.

In questa ottica si intende rispondere alla necessità di dare formazione disciplinare e interdisciplinare, sia su quadri concettuali di riferimento che su linguaggi e approcci complementari.

Si propongono percorsi che forniscono metodologie di “buone pratiche” da poter utilizzare autonomamente all’interno della propria realtà educativa: attività di consulenza, formazione e aggiornamento di operatori educativi, docenti, studenti universitari e genitori, attraverso corsi, seminari, conferenze, tavole rotonde e convegni su tematiche e linguaggi educativi.

Per coloro che si occupano di formazione, diventa un imperativo non solo rilevare i bisogni che stanno emergendo, le tendenze nel quadro dell’evoluzione sociale e nella politica culturale complessiva, ma anche esplorare il futuro anticipando quanto avverrà.

Se alcune aree disciplinari hanno conosciuto sviluppi consistenti nel tempo, le espressioni artistiche non dispongono di un contesto professionale per l’educazione.

Proprio la formazione dei docenti e degli operatori educativi nel campo dei linguaggi, costituiscono uno dei nodi critici sui quale si intende intervenire.

In particolare l’attività formativa per favorire lo sviluppo del linguaggio è utile sia a genitori che ad operatori educativi per prevenire difficoltà e disturbi della comunicazione e dell’apprendimento.

Azioni formative

Si propongono attività attorno all’educazione socio-affettiva, cooperativa, alla pace, interculturale, la differenza, attraverso percorsi di base e itinerari specifici sui linguaggi espressivi nella teatralità e la musica, il gioco e la costruzione di giocattoli della tradizione.

Inoltre si propongono attività formative all’interno del progetto “Il circolo dei narratori” sulla narrazione, la vocalità, la dizione, la lettura ad alta voce e percorsi specifici per i volontari aderenti al progetto.

Formazione strutturata
  • consulenza, formazione e aggiornamento, attraverso seminari e corsi per docenti ed operatori educativi
  • percorsi di formazione per volontari narratori
  • tirocinio formativo per studenti universitari di atenei convenzionati con l’associazione
  • tirocinio formativo per studenti in Alternanza Scuola – Lavoro di Istituti di Istruzione Secondaria di II Grado
  • corsi e conferenze per genitori, attraverso incontri su tematiche educative relative alle buone pratiche di educazione socio-affettiva e al linguaggio.
Formazione sul campo

Si propongono laboratori educativi, in particolare sui linguaggi espressivi, narrazione e costruzione di giocattoli, per alunni delle scuole, anche nell’extra-scuola, rivolti alle diverse fasce d’età.

All’interno di laboratori educativi i formatori si affiancano come facilitatori agli operatori educativi, che si rapportano a metodologie significative per la loro attività, che ne risulta così ulteriormente qualificata e arricchita da nuovi contributi.

La formazione nel Circolo dei narratori

“Ogni comunicatore, in qualsiasi ambito assuma il suo ruolo, deve prima di tutto comprendere e farsi comprendere, educare nell’accezione etimologica del termine di condurre e farsi condurre portando e facendosi portare in quella sfera intima in cui ognuno di noi custodisce elementi di pregnanza di senso e di esperienza; poiché la voce insieme ai gesti dà vita al linguaggio. Quest’ultimo è sociale sotto ogni punto di vista, in quanto essendo un sistema di simboli, il linguaggio si trova al centro della vita sociale. Infatti, secondo il sociologo G.H. Mead, il nostro stesso sè emerge dall’interazione umana, ossia dalla comunicazione con gli altri; per questo motivo, inoltre, secondo lo studioso è possibile analizzare il linguaggio in relazione ai processi sociali esistenti fra gli individui “(Mead, 1934)

Ogni seminario formativo diretto ai volontari narratori è un percorso per ri-cominciare a parlare in modo naturale con il proprio corpo. In questi incontri ogni persona è guidata nell’esplorazione della propria voce, mediante l’ascolto attento di ogni suono e potenziando le possibilità espressive, intervenendo su alcune abitudini spesso legate alla sfera emotiva. Dopo essersi formati in questi incontri, i volontari iniziano il vero e proprio percorso all’interno del Circolo. In ciascuno viene fissata una riunione solitamente mensile, tuttavia, di volta in volta, nasce la necessità di incontrarsi più spesso per accordarsi sui testi da proporre, da preparare o correggere in vista delle letture e narrazioni pubbliche. Questa parte viene gestita dalle formatrici che adottano uno stile molto vicino al teatro per quanto riguarda l’interpretazione del testo, eppure totalmente unico poiché la lettura e la narrazione finale non è una recitazione e nemmeno una lettura che segue fedelmente il testo: è una narrazione.

Si propongono inoltre incontri formativi specifici ogni anno in particolare sulla vocalità utilizzando tecniche di ricerca vocale legate alla corretta emissione dei fonemi e della parola con voce impostata, affinché i partecipanti possano imparare ad essere sempre più consapevoli delle regole di emissione e articolazione per un utilizzo della voce come vero e proprio strumento espressivo nella vocalità parlata. La modalità proposta è quella del training vocale, che permette un’indagine ed una sperimentazione sulle componenti espressive della voce.

Questa formazione può essere un terreno ricco a quanti operano nella formazione educativa nell’ambito della comunicazione, oltre che nella riabilitazione vocale per chi è sofferente di disturbi fonatori di varia natura.

La sperimentazione con la propria voce è un lavoro interessante per sentirsi a proprio agio con la voce ed apprezzarla, per sentire che questa è rivelatrice di sensazioni e sentimenti, ha un legame profondo con il corpo. Così, mediante queste specifiche esplorazioni e sperimentazioni, è possibile conseguire maggiore consapevolezza di sé e si possono ottenere miglioramenti nel movimento o risolvere blocchi psicofisici.

Responsabile progettuale Nadia Savoldelli